La proposta del Dajs ai sindaci e alle loro comunità
Condividere e partecipare per riforestare, è questa la sintesi del percorso che il Distretto Agroalimentare Jonico Salentino ha attivato in queste settimane e che ha consentito di incontrare già 70 sindaci del territorio di riferimento.
Dopo gli appuntamenti di Parabita con i sindaci dell’arco jonico e quello di Lecce con i sindaci del nord Salento, ieri 13 settembre si è tenuto a Maglie l’incontro con i Primi Cittadini dell’hinterland otrantino, in attesa di completare il programma di incontri in provincia di Lecce a Tricase, con i sindaci del Capo di Leuca, e poi chiudere con i sindaci delle province di Brindisi e Taranto.
Totale condivisione e piena partecipazione al progetto sono un buon punto di partenza per lanciare la sfida di una nuova visione agricola e paesaggistica. Lo ha chiarito nel suo intervento il presidente del Dajs Pantaleo Piccinno, che dopo aver ricordato gli aspetti tecnici legati all’ottenimento di un finanziamento complessivo di 130 milioni di euro per la rigenerazione agricola del territorio devastato dalla Xylella, ha offerto una panoramica sulle opportunità che i progetti finanziati possono dare all’intera comunità. “Abbiamo l’organizzazione del Pubblico e la velocità del Privato ha detto Piccinno come caratteristiche autografe del Distretto ma è soprattutto sulla sinergia operativa di enti accademico/scientifici che intendiamo puntare”.
Ed è a questo punto che emerge il valore dell’esortazione del Magnifico Rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice che torna sul tema del coinvolgimento attivo delle popolazioni locali coordinate dai sindaci, per evitare che il progetto resti un mero esercizio tecnico o scientifico. “Il paesaggio ha un valore economico – ha ricordato Pollice – il nostro territorio viene scelto perché è ritenuto interessante, ecco perché una terra rigogliosa e verde accresce certamente l’attrattività turistica.
Il rettore dell’Università salentina ha introdotto il tema del monitoraggio territoriale. Esistono gli strumenti per arginare danni al patrimonio agricolo, alcune realtà aziendali di eccellenza – spiega Pollice – si sono dotate di un sistema di termo scanner capace di segnalare ogni minima variazione di calore in atto e facilitare la prevenzione degli incendi. Pensare di trasferire questo schema ai principali terreni da riforestare non è fantascienza”.
Anche Teodoro Miano, vice presidente del CIHEAM e docente dell’Università di Bari ha sottolineato la necessità di un riscontro fattivo da parte del territorio. L’equipe di qualificatissimi scienziati che costituiscono il coordinamento scientifico del progetto presentato dal Dajs ha consentito di organizzare e partorire una formula da mettere a disposizione di tutti con un’analisi e uno studio scientifico avveniristico.
Sul fronte delle possibili nuove coltivazioni, in sostituzione degli ulivi perduti, si pensa al carrubo, al sughero, ma anche al gelso (come suggerito da alcuni sindaci) e certamente alle querce che caratterizzavano il paesaggio primordiale del Salento. Il direttore del Dajs Maurizio Mazzeo, ha illustrato le modalità attraverso le quali sarà possibile concretamente candidarsi al progetto di riforestazione, scaricando pertanto dal sito del Distretto un questionario che costituisce il primo passo verso il grande obiettivo del coinvolgimento generale del territorio e mirato a raccogliere le eventuali disponibilità. Solo la piena adesione all’iniziativa potrà portare alla piena attuazione dell’ambizioso progetto di riforestazione, per ridare ombreggiatura, ossigeno e bellezza ad una terra che merita un futuro più colorato.
Lecce, 11 settembre 2021